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Rufus Wainwright Live @ Velvet

July 18, 2007

E così alla fine riesco a raccontarlo, questo concerto.

Attendevo Rufus Wainwright in Italia da diversi anni: la prima ed ultima volta che era passato da queste parti era proprio al Velvet, come supporter dei Keane (°_°), ma io naturalmente non lo sapevo. E così, a colpo sicuro, questa volta abbiamo preso i biglietti con abbondante anticipo e siamo arrivati sul posto un’ora buona prima dell’inizio dello spettacolo: c’è stato quindi tutto il tempo di un Martini, di un Baileys e soprattutto di un’occhiata all’umanità quantomai variegata che popolava il Velvet. L’opening act, una grintosa ragazza newyorkese di nome Cat Martino, non era affatto male, anche se oramai l’attesa trepidante era tutta per Rufus. Il quale in verità non si è fatto attendere granchè, ma si è presentato con una specie di pigiama a righe bianche e rosse (che nemmeno Chiambretti al Dopofestival) tutto tempestato di coccarde brillantinate. Talmente kitsch che si è sentito in dovere di spiegare che quei grumi informi di paillettes rappresentano quanto c’è di buono dentro di loro e nel cuore del’America.
Se lo dice lui.

La prima parte del concerto, divisa equamente fra pezzi del nuovo disco e alcuni successi precedenti, come The Art Teacher, è scivolata via tranquilla. Almeno finchè il nostro eroe non ha deciso di trascinare sul palco un tremante nerd, colpevole solo di indossare una T-shirt con la sua faccia, per interpretare la parte recitata di Between My Legs.

Quelle horreur. ^^

Ma niente poteva prepararci a quanto sarebbe venuto dopo. Rufus si presenta dopo il break interamente vestito alla zuava, con tanto di salopette in velluto e calzettoni al ginocchio. Invece di regalarci i vecchi pezzi che tutti amiamo, si disperde tra interpretazioni senza microfono di pezzi folk irlandesi, reinvenzioni di Judy Garland e vari colpi d’audacia invero piuttosto inutili. Lo spirito da vaudeville raggiunge il suo climax all’inizio del primo bis, in cui Rufus si presenta in vestaglia ed esegue una canzone lunga e struggente a me ignota. Dopodichè, con assoluta nonchalance e tra lo sconcerto generale si trucca, si ingioiella,si toglie la vestaglia e travestito da donna si lancia in un playback con balletto di Come On Get Happy di Judy Garland.
Increduli abbiamo assistito ad una performance carica di humour e autoironia, degna di un grande artista. Non nascondo però che non era per questo che avevo deciso di venire al concerto. Speravo nella vena cantautorale che ho imparato ad amare negli anni, di cui però domenica sera si è visto ben poco.

Per cui, un otto politico.


Voto: 8
Highlights: Between My Legs – Beautiful Child – The Art Teacher – If Love Were All – Come On Get Happy – In My Arms

7 Comments
  1. sono stefy e non ho capito se ti piacciono i westlife …. a me piacciono un sacco e nel mio blog ci sono!
    ciao visita il mio blog!

  2. Sì? Ma proprio in carne ed ossa sono lì?

    Che figata.

  3. filob84 permalink

    sono Filo e non ho capito se ti piace Tiziano Ferro..a me piace un sacco, una sporta e pure una busta, e nel mio universo parallelo c’è!
    ciao visita il mio universo parallelo!

  4. Parlare dei Westlife in un post dedicato a Rufus Wainwright sa di deicidio.

  5. filob84 permalink

    Tiziano rules!

  6. Non parliamo poi di Tiziano Ferro.

  7. I Westlife?! Quelli di More Than Words!
    Io adoro quella canzone!

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